Non e' questione di difendere il territorio.
Per secoli noi veneti siamo stati cornuti e mazziati perche' eravamo i malgari,
i contadini alla periferia dell'impero, schiacciati tra i bauscia ad ovest, i venessiani
cagainacqua e soprattutto i misteriosi ed incomprensibili furlani ad est, i crucchi al nord
e i teroni a sud.
Praticamente il nostro patrimonio genetico si e' arricchito ad ogni guerra che chiunque in europa
decidesse di combattere, perche' se gli austriaci dovevano andare in spagna passavano per il veneto all'andata e al ritorno,
se gli spagnoli andavano in ungheria passavano per il veneto, se i tedeschi andavano a roma passavano per il veneto, se i
siciliani andavano in belgio passavano per il veneto... e siccome siano una regione tutto sommato tranquilla, diciamo una
piccola oasi prima o dopo le alpi, il mare, il lago e la pianura, non e' che 'sta gente passava e basta, passava e gia' che
c'era prendeva la figlia del contadino e se la portava nel pajaro.
Spero gli sia venuto la febbre da fieno a tutti 'sti
bastardi, ma intanto noi ci siamo beccati il sangue piu' eterogeneo di tutti e infatti siamo freddi come gli austriaci,
sporchicci come gli spagnoli, mussi come i crucchi e mafiosi come i siciliani.
Cosa pretendete da un popolo concepito nel pajaro o dietro il porcile.
E non e' che le cose siano migliorate, negli anni piu' recenti.
Dopo essere emigrati quanto i siciliani in giro per il mondo e per l'italia ed aver fatto i
lavori piu' umili (un mio antenato a Niu' Iork preparava il cemento per la mafia) finalmente
Agnelli si e' impietosito ed ha deciso che per fare la componentistica della fiat eravamo piu'
che sufficienti noi, che siamo un popolo religioso ed il sindacato non lo vogliamo. Da allora il
rapporto uomo-->fabbrica nel veneto e' diventato pari al rapporto ratto-->uomo a Niu' Iork. In compenso la componentistica
fiat ha cominciato a cadere a pezzi, perche' anche nelle fabbriche ci dovevamo portare gli attrezzi da casa ma a casa avevamo solo
vanga e zappa e per montare un sedile con la vanga ci vuole pazienza (dote che i veneti non hanno, perche' almeno i tibetani
non sono mai venuti a rompere i maroni da queste parti).
Alla fine pero' i schei ce li siamo fatti anche noi. A forza di limare, la zappa e' diventata una chiave inglese e lavorando
queste dodici ore al giorno rigorosamente in nero qualcosa da parte lo abbiamo messo (peccato che intanto le nostre donnine
sul pajaro se la spassassero con il postino statale e teron).
Poi arrivano i magici anni Novanta e decidiamo che nero per nero tanto valeva
far lavorare i neri e noi limitarci a far cassa, o magari andare a vedere come si sta sui pajari degli altri... ad esempio
in romania, ungheria, polonia, lituania, repubblica ceca, thailandia... alcuni come il Benetton si sono trovati cosi' bene che
adesso tutta la sua produzione italiana la fa sui pajari esteri, perche' all'estero sono piu' religiosi ed i sindacati
non ce li vogliono. Altri come il Marzotto fanno uguale, e le fabbriche qua chiudono.
Cosi' noi veneti dopo aver girato tutta la ruota della fortuna stiamo per tornare ad essere i piu' sfigati, di nuovo sui
campi lanciando un'occhiata ogni tanto al pajaro per vedere se si muove.
Davvero, non e' una questione di difendere il territorio. Ma considerati pregi e difetti, pajari come i nostri fuori dal
veneto se li sognano la notte.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.