Ieri sera ho finalmente visto "Ringu" di Hideo Nakata, vale a dire il film giapponese dal quale gli americani hanno tratto "The Ring". Le mie aspettative sono state fortemente contrariate, pur essendo piuttosto modeste.
Mi aspettavo che l'originale fosse migliore della copia, invece piuttosto sorprendentemente è vero il contrario: il film americano, per quanto scadente, riesce a creare una maggiore tensione calcando un po' di più sulla storia di Sadako e sulle percezioni del figlio della protagonista (Ioichi? Non so come si scrive in giapponese e non mi ricordo come si chiamasse nella versione americana). Quello giapponese fa un po' più paura all'inizio, credo, ma più si avvicina al finale più sembra affrettato e sdentato.
Non ho grandi speranze che il resto della quadrilogia, in attesa sullo scaffale, si riveli migliore. Nel frattempo è stata interrotta la serie positiva avviatasi venerdì scorso con "Il Senso della Vita" dei Monty Pithon, proseguita sabato con "Caravaggio" di Jarman e confermatasi lunedì con "Zatoichi" di Kitano... questa sera mi aspetta al Cinecoso Alternativo "Boogiepop Phantom" ma essendo in trend negativo non so cosa aspettarmi.
Del resto cinque serate su sette a guardare cinema sono una coincidenza più unica che rara nella mia vita, sto sconvolgendo il mio bioritmo e qualcosa dovrà pur succedere.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.