Caduto in guerra " />

18/5
2004

Se avanzo, mettetemi in frigo

Avrei preferito non dover mai leggere su un giornale italiano il titolo "Caduto in guerra con onore". La frase mi suona sinistra e rievoca altre epoche, nelle quali le parole "guerra" ed "onore" venivano troppo spesso associate.

Non so se il soldato Matteo Vanzan, caduto a Nassiriya, sia morto con onore; immagino ci possa essere un qualche onore anche nella morte, persino in un episodio di guerra. Non riesco ad ignorare come, tuttavia, sempre più spesso ritorni a galla questa retorica guerresca. "Guardate come muore un italiano", piangiamo i nostri eroi.

"La Nuova Venezia" di oggi ha almeno un merito: a questa guerra in Iraq viene tolta infine la maschera che la voleva far passare per missione di pace. Non tutti sono d'accordo, il nostro Truce continua a definirla "missione umanitaria" ed a parlare di libertà e democrazia. Stronzate. Questa è guerra, in guerra i soldati muoiono, i civili muoiono, le case e le cose vengono distrutte e la civiltà umana stuprata. Questa è guerra come fu guerra quella contro la Serbia e quindi già due volte negli ultimi cinque anni l'italia ha ripudiato il suo ripudiare la guerra.

Andate avanti, tornate a casa, fate un po' quel cazzo che volete. Io la mia opinione l'avevo già espressa prima che partiste, con molti dei mezzi a mia disposizione: ve ne siete fregati. Non mi ritengo vostro commilitone o camerata, non me ne frega un cazzo della vostra bandiera, del vostro onore e delle vostre guerre per il potere; se sono complice è solo perchè mio malgrado sono nato qui, vi finanzio i proiettili con le mie tasse e vi do uno scopo per combattere ogni volta che faccio il pieno nella mia auto.

Siamo ancora fortunati, finchè possiamo trasformare un morto italiano in un caso giornalistico. Per volerci limitare a questo conflitto, gli americani hanno perso questo lusso da molti mesi, gli iracheni non l'hanno mai avuto. Intendo dire che presto, temo, i soldati italiani finiranno in prima pagina a grappoli, a frammenti, a mucchi di cadaveri.

Ma sui giornali bisogna saper leggere anche quello che non è scritto. Dove sono finiti, ad esempio, i tre mercenari italiani prigionieri degli iracheni? Per una settimana sono stati famosi quasi quanto la pecora dolly, ed ora non se ne parla più?
Ah, già. Il nostro Truce ha ordinato il silenzio stampa e tutti hanno obbedito all'ordine, con una compostezza ed un'eleganza davvero in stile Anni Venti. Perchè in guerra ci vuole compostezza ed unità nazionale, solidarietà, spirito di sacrificio e tanto, tanto onore.

Provo a giocarmi almeno un'ultima carta, un'ultima considerazione per chi già si è lasciato invischiare in questa rete sottile e appiccicosa di patriottismo ed orgoglio nazionale a scatola chiusa: non dimenticate, almeno, la lunga storia del nostro paese. Sarebbe davvero triste se dopo giulio cesare, carlo magno, napoleone e mussolini, il nostro prossimo dittatore fosse quel ridicolo megalomane vestito da piazzista. E' possibile non aver più neppure la dignità di diventare schiavi di una persona seria?

Per tutti gli altri, invece, questo confronto tra le diverse culture del mondo e quella americana; mi dispiace, è ironico e divertente (se vi piace ridere sui luoghi comuni) ma non è retorico e non parla di guerra e onore, quindi è una pagina seria. Date un'occhiata anche al resto del sito, mi sembra guajeio.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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