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11/10
2004

Sarà vietato pensare la mattina

Mi sveglio, scendo dal letto, vado in cucina, apro i balconi. Cielo blu cobalto, pioggia.
Penso "Merda, ho sbagliato a regolare la sveglia, è ancora notte."
Controllo l’orologio. No, è semplicemente iniziata la lunga notte artica dell’italia nordorientale.
Mi lavo, mi rado, mi vesto.
Penso "Ho l’ombrello in auto e l’auto parcheggiata a cento metri, sapevo che un giorno me ne sarei pentito."
Scaldo il caffè, faccio colazione.
Penso "A me in fondo Indymedia non è mai piaciuto, non lo leggo quasi mai. Forse perché troppe informazioni da troppe fonti diverse equivalgono a nessuna informazione, forse perché occasionale asilo di opposti beceri estremismi, compreso il mio."
Fumo una sigaretta, ascolto la radio.
Penso "Queste elezioni in Afghanistan sono state una farsa, una clamorosa presa per il culo ad uso e consumo di noi occidentali. Perché nessuno vuole ammettere esplicitamente che sono state una farsa? Nessun dubbio che anche quelle in Iraq saranno una farsa, ma tutti fingeranno di accoglierle come un luminoso risultato della nostra democrazia bombarola."
Continuo a fumare la sigaretta e ad ascoltare la radio.
Penso "E queste due italiane, ora hanno la conferma che sono morte. Ci sono stati più di quattromila morti in questa intifada, più di centocinquanta attacchi suicidi, ed a quest’ultimo attentato sono stati dedicati più di trenta secondi di attenzione necrofila solo perché ci sono rimaste secche due italiane. Innocenti, tanto quanto le altre vittime. Il povero Berlusconi non ci aveva dormito la notte per il pensiero, pur dovendo inaugurare sorridente il Salone Nautico di Genova."
Penso anche a Macbeth che si sfrega le mani cercando di lavarne il sangue. Penso alla Libia, riscoperta democrazia grazie alla sua riserva di petrolio che dovrebbe far scendere il prezzo della nostra benzina. Penso a quante italiane, rigorosamente a coppie, bisognerebbe mandare in giro per il mondo per scoprire conflitti dimenticati.
Penso anche "Tutto questo fa assolutamente vomitare."
Spengo la sigaretta, finisco di lavarmi, finisco di vestirmi.
Finisco di pensare "Anche se sono un cittadino qualsiasi, o forse proprio per questo, tra qualche giorno, o qualche mese, o qualche anno, potrebbero sequestrami il sito per aver pubblicato questi miei pensieri. Proprio come hanno fatto con Indymedia, che in fondo a me non piaceva neppure."

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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