13/10
2004

Le maggioranze perseguitate

Sono gli italiani che si chiudono in casa per paura degli extracomunitari. Sono gli uomini che si sentono minacciati dalle donne nelle proprie possibilità di carriera. Sono gli eterosessuali che denunciano il dilagante strapotere delle lobby omosessuali in Italia ed in Europa. Sono i cristiani che si struggono in lai ed alzano i pugni al cielo lamentandosi perseguitati come ai tempi di Nerone.

Sono le maggioranze perseguitate. Non più silenziose, lanciano i propri strali contro chiunque le contraddica, si straziano e pretendono protezione, diffondono il seme di una paranoia scientificamente indotta. Non so se prolifichino soltanto in questo paese dove mi capita di vivere o se siano già diventati fenomeno globale, ma ho il presentimento che in questa italia di vittime ben pasciute trovino il loro habitat naturale. Hanno paura, questo è comprensibile. Non mancano le ragioni per avere paura in questo secolo di uranio e tritolo, ma pure se venissero a mancare abbiamo fior fiore di politici e mass media pronti a fornircene di nuove. La paura è solo un altro prodotto sul banco del mercato e reclamizzato in televisione, l’unico distribuito gratuitamente alle masse e per la cui produzione Stato e privati riescono a collaborare senza ostacoli.

Si sono inventati questo nuovo baluardo della cultura occidentale da difendere. La stiamo imponendo a tutto il mondo armati di fucile e carta di credito, ma dobbiamo difenderla a casa nostra: "a casa nostra" è una delle espressioni preferite dalle maggioranze perseguitate. Tutta l’italia, tutta l’europa, tutto il "mondo occidentale" ridotti ad un’unica immensa "casa nostra" di impareggiabile bellezza architettonica dove ci si abbuffa in eleganti sale da pranzo, si fornica in lussuose camere da letto i cui armadi fin-de-siècle straboccano di scheletri, ma dalle cui finestre si continua a pisciare vergognosamente in strada.

Si difende una cultura occidentale fondata su una illuminata concezione dei diritti civili, usati come manganello contro chi non li conosce o li riconosce, ma dei quali a casa nostra ci lasciamo docilmente spogliare un pezzo alla volta, in pudico silenzio, come se non fossero altro che i pizzi ed i veli di un vestito da sposa o da puttana.

Una cultura occidentale fondata su qualche secolo di filosofia che però ignoriamo, su qualche secolo di letteratura che però non conosciamo, su qualche secolo di storia sanguinosa sulla quale preferiamo glissare perchè in fondo il passato è passato.

Una cultura occidentale che trova le sue radici nella nostra religione, la religione cristiana. E’ questione di punti di vista. Pure la religione cristiana ha piantato radici qui dopo essere nata da qualche altra parte, e precisamente là dove il sole accecante sembra agevolare allucinazioni mistiche di ogni sorta. E’ arrivata e si è imposta con mezzi che oggi non esiteremmo a definire terroristici. In ogni caso, non mi riconosco in nessuna di queste allucinazioni e meno di tutte in quella cristiana, così come sono certo la pensino una miriade di persone che vivono in questi cosiddetti paesi occidentali. Ciononostante, mi devo sorbire ogni giorno questa grandissima noia della "nostra religione", dell’"Europa Cristiana", dei "valori cristiani"... la maggioranza degli italiani si dichiara cristiana, la maggioranza dei politici pure, siamo stati governati per mezzo secolo da un partito che fin dal nome si rifaceva a questa religione e non c’è ancora verso di schiodarsi questa cristianità di dosso a livello sociale e statale. Sono al potere in ogni settore della vita pubblica e dell’economia ed ancora si sentono minacciati da tutti, forse consapevoli che per loro incuria i cosiddetti valori cristiani si sono un po’ svalutati negli ultimi duemila anni. Bene, la smettano almeno di piagnucolare e di chiedere in giro ad ogni piè sospinto "Ma se venisse rapito un prete o una suora le televisioni ed i giornali ne parlerebbero così tanto?".
Oh, piantatela. Li farebbero santi prima della richiesta di riscatto. Voglio dire, non è possibile accendere la televisione senza sorbirsi odiosi film, telefilm o sceneggiati sulla vita di preti, papi e santi, cosa vi fa pensare che stiano per rinchiudervi al circo con i leoni?

Una cultura occidentale fondata su una supposta eterosessualità unanime. Semplicemente non è mai esistita, se non quando imposta culturalmente dalla suddetta egemonia religiosa, ma secondo alcuni ora dovremmo prendere precauzioni affinché gli omosessuali non cerchino di entrarci nei pantaloni o di minare l’inviolabile istituzione della famiglia. Dovremmo davvero pensarci bene e seriamente: in fondo Alessandro Magno, omosessuale, prima dei trent’anni conquistava il mondo, mentre alcuni brutti ceffi solidamente eterosessuali a settant’anni suonati continuano a rimanere degradanti buffoni di corte.

Non mancano davvero cose da riconoscere, da ricordare e se necessario da difendere, nella nostra variopinta cultura. Temo, però, siano in gran parte proprio quelle cose a cui le maggioranze perseguitate sono disposte a rinunciare, pur di sentirsi sicuri e protetti in quell’incoerente castello di carte che chiamano casa nostra, il mondo occidentale. Temo che sia dalla loro paura e dalla conseguente aggressività, che queste cose vanno prima di tutto difese: perché già li vedo, con tutti i bagagli di tradizioni e valori sul carro del fuggitivo, pronti a far terra bruciata dietro di sé.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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