24/3
2005

Un giorno come tanti

Questa data non entrerà nei libri di storia, non sarà commemorata nella retorica dei presidenti a venire, non farà affiorare lacrimucce tra le ciglia delle istituzioni. E’ solo il 24 marzo. E’ solo l’anniversario dell’inizio della guerra del mondo contro la serbia, delle bombe su belgrado e sui treni passeggeri, dell’uranio impoverito e delle operazioni di polizia internazionale. E’ solo il 24 marzo, un giorno come tanti, non si fanno feste nazionali o cerimonie pubbliche per ricordare che sei anni fa abbiamo mandato aerei a bombardare città, abbiamo autorizzato, appoggiato, incoraggiato delle stragi ingiuste.
In questo 24 marzo del 2005 siamo presi da altri problemi, pubblici e privati. Il governo straccia la costituzione e l’opposizione si straccia le vesti. La sinistra che sei anni fa sganciava bombe con spudoratezza in violazione di quella stessa costituzione, la sinistra che ieri si rallegrava perché la mussolini può rientrare in corsa e strappare qualche voto ai suoi ex camerati, la sinistra che ieri chiamava democrazia il potersi presentare alle elezioni in violazione delle leggi in vigore, la sinistra che appoggia i fascisti come manganello contro i propri concorrenti alla poltrona, definendo tutto questo libertà e civiltà, la sinistra, oggi, denuncia il dazio pagato alla lega dai ceffi al governo, l’alleanza miope e devastante tra forcaroli e pendagli da forca, strepita contro il colpo di mano dei propri avversari e calandosi le brache con gran dignità sventola tricolori e costituzione.
Oggi, ieri, sei anni fa.
Alla frana che incombe sulle nostre teste, alla faccia gongolante di calderoli, alla soddisfazione rantolante di bossi, al sorriso malfattore di berlusconi, hanno contribuito in modo non indifferente mostrando loro come la costituzione non fosse altro che un simulacro, un paramento, niente affatto intangibile e degna di rispetto. Quel giorno hanno rivelato quanto ingenui fossimo stati noi, a crederci, ed hanno aperto la strada a ciò che sta succedendo oggi.
Se quello che vogliono è indurci a rifugiarsi nel disgusto, ci stanno riuscendo. La tentazione di chiudere gli occhi di fronte a questa commedia dell’arte è forte, ma chi sa se quando li vorremo riaprire sarà un giorno come tanti altri.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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