corsi

22/2
2016

Adozione, istruzioni per l’uso [3]


Allora, avete deciso di adottare un bambino. Avete seguito i corsi preparatori previsti dalla legge e siete decisi ad andare avanti. Avete preso carta e penna. Ottimo. E’ giunto il momento di inviare una "dichiarazione di disponibilità" al vostro tribunale dei minori di fiducia.

Il modello lo trovate su Internet ed è abbastanza semplice da compilare, nomecognomeprofessioneresidenza ed un paio di crocette dove affermate di essere in possesso di tutti i requisiti necessari per portarsi a casa un pupo preconfezionato. Ovviamente non si chiede un bambino, per i motivi già illustrati ci si limita a far presente che, se per caso da quelle parti dovessero averne uno a disposizione, voi sareste felici di accoglierlo e dargli amore, protezione, pasti caldi ed un tetto in caso di intemperie. Altruismo puro.

Per quanto riguarda i famosi requisiti necessari, secondo la legge italiana è obbligatorio essere sposati e convivere da almeno tre anni. Si può anche essere sposati da cinque minuti, purché si conviva da almeno tre anni e si sia in grado di dimostrarlo, fornendo anche il nome di qualche testimone che teoricamente potrebbe essere interpellato in materia dal tribunale (non ho mai sentito nessuno a cui sia successo veramente). Questo spazza via dal tavolo le coppie di fatto etero o omosessuali che magari convivono da vent’anni ma non possono o non vogliono sposarsi ed obbliga molti ad una versione istituzionalizzata del famigerato "matrimonio riparatore". Siamo mica un paese civile, noi, cosa vi credevate. Esistono poi altri requisiti relativi all’età dei coniugi ed in particolare alla differenza d’età tra i genitori e la creatura, che per la legge italiana non sono particolarmente ansiogeni. Nel caso di adozione internazionale bisognerà poi tenere in considerazione le regole del Paese di provenienenza del pupattolo, che possono avere vincoli più stringenti: ad esempio nelle Filippine non si possono sommare gli anni di convivenza a quelli di matrimonio ed in Russia probabilmente è vietato per un padre sapere accostare i colori, se capite cosa intendo. Ma qui siamo ancora molto distanti dall’occuparci di un Paese di provenienza, ci penserete in seguito.

Insieme alla dichiarazione di disponibilità vanno inviati alcuni documenti. Pochi, eh. Niente di che. Certificati anagrafici, residenza, stato famiglia... Tutto da richiedere all’anagrafe, perché nelle comunicazioni con il tribunale non vale l’autocertificazione. Un certificato di idoneità psicofisica, che non ricordo neanche cosa voglia dire, e naturalmente una dichiarazione dei vostri genitori di essere a conoscenza del vostro piano malvagio. Attenzione, lo Stato italiano non si spinge fino a chiedervi l’autorizzazione dei genitori, ma solo di informarli delle vostre intenzioni. Non è chiaro cosa possa succedere nel caso i vostri genitori si rifiutino di firmare questo documento, suppongo che ci si regoli come per le assenze di scuola in seconda media.

Nonostante questo sia probabilmente il passaggio più semplice dell’intero iter adottivo, per me et Amormio è stato il primo e probabilmente il peggiore punto di scontro con la burocrazia italiana. Dovete sapere, infatti, che Amormio ha avuto la pessima idea di nascere lontana dal Borgo Natio, in un paesino poco conosciuto dove la burocrazia è arrivata solo recentemente e con risultati non del tutto soddisfacenti: Roma. Gli scrupolosi impiegati dell’anagrafe del Borgo ci hanno informato che era loro impossibile produrre un "Certificato di Nascita" per qualcuno nato fuori dal comune e che... niente, in qualche modo ci dovevamo arrangiare. Per fortuna, siamo nel ventunesimo secolo ed esistono innumerevoli strumenti tecnologici per richiedere un certificato di nascita all’anagrafe di una grande metropoli, vero?

No.

Li abbiamo tentati tutti, e uno non funzionava, l’altro non era ancora attivo, il terzo nessuno sapeva come funzionasse, il quarto era rotta la macchina, il quinto avevano aggiustato la macchina ma era morto l’impiegato che la sapeva far andare, il sesto funzionava solo per i residenti nel comune di Roma, il settimo funzionava ma richiedeva due anni di preavviso. Perciò alla fine, dopo averci perso i mesi, siamo dovuti partire dal Borgo e farci seicento chilometri per andare a Roma a chiedere un certificato all’anagrafe. E non è che lì le cose siano andate molto meglio, tanto che alla fine il certificato mica ce l’hanno dato, ma abbiamo trovato un’impiegata molto gentile la quale ci ha spiegato che sì, in realtà potevano benissimo rilasciarcelo all’anagrafe del Triste Borgo Natio, sei mesi prima, solo che si chiama "Certificato anagrafico di nascita" e quella parolina in mezzo cambia tutto per un pignolo impiegato dell’anagrafe ma è assolutamente ininfluente per il tribunale. A voi non capiterà di certo nulla del genere, ma nel dubbio cercate di nascere nel posto in cui vivete.

Tutto molto semplice, quindi. Firmate e spedite. Dopo un tempo inversamente proporzionale all’efficienza del sistema postale e del tribunale dei minori che si occuperà di voi, riceverete forse una ricevuta della vostra dichiarazione ed un paio di telefonate. La prima telefonata di solito è quella dei carabinieri, che vi fissano un incontro in caserma per verificare il vostro reddito ed il vostro patrimonio. Anzi, siccome sono carabinieri, vi fissano un incontro in caserma solo per dirvi che dovete ritornare un altro giorno per verificare il vostro reddito ed il vostro patrimonio, tanto non avete mica un lavoro serio come il loro, voi, e si sa che vi piace perdere tempo. La seconda telefonata è quella dei servizi sociali, che vogliono conoscervi meglio prima di decidere se potete adottare un bambino. La tentazione di rispondere con accento svedese è fortissima, ma non fatevi intimidire, nella maggior parte dei casi si tratta di esseri umani come voi. Fissate un appuntamento (ne seguiranno altri) e proseguite.

[continua]

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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