Primo giorno d’autunno. Tutti si sbattono a pedalare per le varie "Scoprendo l’autunno nei campi", che fanno combriccola con le altrettanto simpatiche "Apprezzando la primavera sui prati", "Gustando l’estate in collina" e "Maledicendo l’inverno in geriatria". Lasciando le masse allo sfogo sportivo municipalizzato, burlandosi del freddo che rosicchia le dita, si può tuttavia evadere anche sgattaiolando per le montagne nebbiose, inerpicandosi lungo sentieri coperti di ghiaia e sassi, sudando e sbuffando ed aggrappandosi a radici sporgenti e catene, fino a raggiungere la vetta deserta. Quindici minuti buoni mi ci sono voluti, ’na faticaccia che non facevo dalla quinta elementare, ma che panorama, sopra, sotto, in ogni direzione:
tutto bianco.
Come un personaggio caduto in una pagina ancora da scrivere, o una goccia di latte nel latte.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.