Pur rimanendo fermo nella mia convinzione che il regolare, banale, ripetitivo ruotare su se stesso e attorno al sole di questo grosso geode fangoso su cui viviamo sia totalmente insignificante ai fini della comprensione del mistero dell’umana esistenza e dell’universo, buon anno nuovo a tutti. E buona fine dell’anno, straordinario momento per riflettere sul tempo trascorso, tracciare i più e i meno, darsi fenomenali e tendenzialmente metaforiche pacche sulle spalle e raccontarsi menzognere promesse per il futuro.
Per quanto mi riguarda: esco poco, vedo poco, leggo poco, scrivo poco. Viviamo in tempi bui, non c’è molto da consumare, poco da salvare e molto da rigovernare, da reinventare o meglio ancora da inventare per la prima volta. Mi sono un po’ ritirato in montagna, lo ammetto, a contemplare il cosmo nella lanugine del mio ombelico. Faccio molto, non mi annoio e sono piuttosto felice, nei limiti dell’umano. Più vi leggo sull’Internet e meno vi sento vicini. Più vi parlo e vi ascolto di persona e più vi amo. Siamo una bella specie, secondo me, a parte tutti gli stronzi che girano e questa bizzarra pulsione di morte che ci distruggerà. Forse il prossimo anno andrà meglio, a me in generale gli anni dispari riescono meglio. Spero anche a voi.
Non fatevi coinvolgere in losche storie della malavita veneziana.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.