5/11
2007

Hasta el monton siempre

Questo lungo fine settimana de li Mortacci Tua, che alcuni hanno impudicamente trascorso barcollando ubriachi per le strade vestiti come i Kiss negli anni migliori, o suonando campanelli, o peggio ancora nei cinema a guardare l’ultima fatica di Dario Argento, io ho preferito passarlo barricato in casa alternando momenti di studio a deliziose cenette a base di kebab e moussakà riscaldata, meravigliosi film cinesi e vecchie puntate di Lucarelli.

So che messa così sembra che io sia stato tre giorni prigioniero dalla Stasi, ma vi assicuro che è stato un fine settimana molto intenso e vissuto pericolosamente, oltre che di mia spontanea iniziativa e buona volontà.

I meravigliosi film cinesi, che certamente il mio colto pubblico conoscerà già in quanto tutti piuttosto datati, posso riassumerli in tre righe ciascuno:

- Non uno di meno, di Zhang Yimou (1999): in un villaggio rurale della Cina una ragazzina fa da supplente nella scuola elementare. Uno dei piccoli alunni viene mandato a lavorare in città, ma si perde, allora la giovin maestra va a cercarlo, ma si perde anche lei, allora altra gente va a cercarli, ma si perdono tutti, infine arriva il montone e li salva.

- La strada verso casa, di Zhang Yimou (1999): un tizio di città torna nel proprio villaggio rurale per il funerale del padre. La madre, una matusa tradizionalista e controrivoluzionaria, ricorda con nostalgia la sua storia d’amore con il defunto marito, finché il figlio esasperato decide di accontentare le sue assurde pretese di un funerale vecchio stile.

- Le biciclette di Pechino, di Wang Xiaoshuai (2001): un tizio arriva a Pechino da un villaggio rurale, viene assunto come pony express in bicicletta e tutto va bene per i primi cinque minuti, poi inevitabilmente qualcuno gli frega la bici e la rivende ad uno sfigo. I due si picchiano per il resto del film.

A parte l’intervento del montone ed alcune facili ironie, sono veramente tre film uno più bello dell’altro. L’unico problema è che a guardarli tutti e tre nel giro di un fine settimana finirete con il chiedervi quanti (cazzo) di villaggi rurali c’avrà mai questa (merda di una) Cina?*

Le puntate di Lucarelli inutile riassumerle, tanto il colpevole è sempre il prete del paese.

Sabato notte, nel momento di massimo estro creativo e a fronte di alcune fastidiose catene di Sant’Antonio, io ed Amormio abbiamo fabbricato questo Proverbio Turco di cui la cosa migliore che si possa dire è che è stato realizzato con il powerpoint tarocco di OpenOffice, ma ci ha fatto ridere assai in un momento molto buio. Quanto buio, potrete intuirlo solo leggendo il file, ma capirlo mai. Sempre meglio, comunque, che andare in fibrillazione per la sfida Juve-Inter**.


* Citazione colta. Coglietela anche voi.
** Lo so, lo so, pare che l’Inter per la prima volta negli ultimi vent’anni sia in testa ad un campionato senza l’ausilio della magistratura e della Telecom. Tuttavia, se mi interessasse seguire miliardari drogati che si fronteggiano in sfide truccate spalleggiati da un pubblico guidato più dalla fede che dal raziocinio, guarderei le dirette dal Parlamento.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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