29/4
2008

Il cerchio della vita continua, Simba.

Un cartello recita:
"VELTRONI: con le primarie ha fatto cadere il governo Prodi, con le elezioni politiche ha cacciato i comunisti dal parlamento, candidando Rutelli ha perso Roma. WALTER SANTO SUBITO"

Fanno festa i neofascisti della capitale, con le loro testine rasate e le manine tese nel saluto romano, con i bandieroni con la celtica ed i tricolori. Sono pochi, nella folla che riempie la piazza, ma giustamente esultano: per la prima volta dalla fine della guerra un loro ex camerata sale al campidoglio come sindaco di roma, anche se al tempo probabilmente si chiamava "podestà" o qualcosa del genere.
"Ex camerata" non è un espediente retorico: Gianni Alemanno ha passato tutti gli anni ’80 sulle barricate con il Fronte della Gioventù, a fare a botte con gli sbirri e i comunisti, ed ancora oggi che si è sciacquato i denti a Fiuggi porta la croce celtica al collo, probabilmente perché è comunque un simbolo solare di una certa rilevanza folkloristica, o gliel’hanno regalato come medaglietta per la prima comunione, chissà.
Ad ogni modo, festeggiano i fasci, festeggiano i tassisti (scusate la ridondanza), festeggia Alemanno e festeggia senz’altro anche quella componente più moderata del suo partito/schieramento che mai si sognerebbe di infilare una croce celtica sotto la camicia, almeno per il momento. E comprensibilmente ringraziano Uolter Ueltroni ed il suo partito fantasma, che continua a fare tutti gli sbagli possibili e ad incassare una sconfitta dopo l’altra.
Dopo questo bel risultato i giornali annunciano che "comincia la resa dei conti" tra i Democratici. Balle, probabilmente. Sarebbe giusto e doveroso che quei quattro meschini si guardassero in faccia, ammettessero la propria cosmica inutilità e si ritirassero a coltivare ortensie su qualche isola sperduta del Mediterraneo, possibilmente disabitata per non disturbare gli autoctoni. Invece, si infileranno qualche coltellata tra le scapole, cadrà la testa di qualche numero due o numero tre, i cretini alla guida rimarranno immutati e presto via! Verso altre luminose sconfitte!
Il brutto è che purtroppo, in questo momento, c’è bisogno del partito democratico. Duole dirlo, ma per quanto incompetenti e squallidi sono l’ultimo baluardo in parlamento contro l’egemonia della destra, e se crollano loro, se si frantumano ora, questi cinque anni che si preannunciano terribili potrebbero diventare un incubo. Certo, sono un partito senz’anima e senza senso, pieno di gente intelligente e valida guidata da coniglietti suicidi, e non c’è alcuna garanzia che abbiano intenzione di reggere la barricata, ogni frase di Ueltroni sembra piuttosto suggerire un cordiale e masochista affratellamento con gli avversari, ma esiste almeno una flebile speranza che facciano opposizione almeno ai provvedimenti peggiori.
Per oggi, intanto, la destra vince ancora, la sinistra continua la propria latitanza, il partito democratico è allo sbando. Tutto va per il peggio.
Ma oggi è il 29 Aprile, ed il 29 Aprile di sessantatre anni fa i partigiani scendevano dalle montagne e si riprendevano il Triste Borgo Natio, strappandolo (con quattro giorni di ritardo) agli amichetti di Alemanno ed ai loro alleati celtici. La Liberazione arriva sempre troppo tardi, ma prima o poi, crepi il lupo, arriva.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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