20/3
2015

Isis like Sunday morning

Il debutto sulla scena mediatica degli orridi fascioteocrati dell’Isis non vi sarà certo passato inosservato, a meno che viviate in una qualche caverna afgana. Ma anche in quel caso, probabilmente. C’è molto da commentare su questi lugubri tagliagole, sui loro fini oggettivi e soggettivi, sul loro libro entrate/uscite e persino sulla loro estetica da videogioco, e molti hanno commentato. Altrettanto interessante è però la reazione ai loro sanguinari happening ed alle loro tragicomiche invettive sui social network da parte dell’Occidente, come lo intendono loro ed i loro speculari avversari. Emergono, tra le altre, due forme di ipocrisia molto caratteristiche della nostra famigerata civiltà superiore. In primo luogo, i Paesi che hanno per secoli invaso non solo il Medio Oriente ma praticamente tutto il mondo con i loro eserciti, che hanno commesso genocidi con ogni genere di arma compresi ovviamente i gas e le bombe incendiarie ma senza disdegnare coltelli e baionette, che hanno torturato, stuprato e mutilato senza pudore vecchi, donne e bambini, che hanno sfruttato le materie prime di questi Paesi, che ne hanno affamato le popolazioni, che le hanno consegnato nelle mani di mercenari e multinazionali, che hanno appoggiato colpi di stato, imposto e disfatto governi dispotici a loro piacimento, ora questi stessi Paesi Civili si stracciano le vesti per la barbarie dell’Isis, che si distingue dalla loro solo per visibilità mediatica e quantità, in difetto. Il califfo ed i suoi beccamorti non hanno inventato nulla. Davvero vedendo le immagini delle vittime arse vive non avete pensato neppure un secondo al fosforo bianco su Fallujah e sulla Palestina? Piangendo per le statue assire, avete speso un attimo a ricordare le città africane o asiatiche saccheggiate dalle truppe coloniali, sventrate dai bombardamenti intelligenti?
In secondo luogo, ad ogni attacco soffriamo sdegnosamente il restringersi della scelta tra le destinazioni per le nostre vacanze. Addio a Tunisi, meglio stare lontani da Sharm... Anche i viaggi d’affari sicuramente ne soffriranno. L’Occidente si lamenta perché viene colpito nelle uniche forme di viaggio che ritiene utili e possibili, proprio mentre si impegna con sempre maggior vigore nel limitare il naturale istinto umano ad attraversare i confini per cercare una vita migliore. La stessa gente che invoca a gran voce l’affondamento dei barconi di profughi reagisce scocciata, frustrata all’ipotesi di dover rinunciare alle ferie a Djerba. Questi pecorai barbuti, questi crudeli e disperati seguaci di follie sovrastrutturali, potranno anche radere al suolo le nostre torri di pizza e distruggere con il bulldozer il colonnato di Piazza San Pietro, potranno decapitarci tutti in fila sulla costiera romagnola o arderci vivi nelle nostre gabbie dorate, ma non riusciranno mai a scalfire il nostro decadente, inconsapevole nichilismo. La folle società distopica che vorrebbero imporre al mondo, pure quella, differisce dalla nostra più per mancanza di pudore che per eccesso di violenza.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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