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2013

La desolazione di Smaug

Sono più di dieci anni che ho aperto questo bloggo, l’anniversario sarebbe stato la settimana scorsa. L’avevo aperto più che altro per esercitarmi un po’ con l’xml, poi l’ho girato in asp e da allora l’ho usato più che altro per tenere i contatti con gli amici dispersi e per scriverci le cazzate. Ormai l’epoca del bloggo è finita, pare, ed il tempo che avevo a disposizione per scriverci si è ridotto, per cui le mie apparizioni qui sono sempe più sporadiche. Ma resisto, non si sa mai.

Avete presente quella storia dove c’erano gli uomini in grigio che rubavano il tempo? Ecco, quella era una profezia. Ricordo che in una bambina ed una tartaruga in qualche modo alla fine salvavano il mondo, ma non vedo tartarughe in giro (a parte Napolitano, ovviamente)

Dieci anni fa, subito dopo aver aperto il bloggo, mi è esplosa la casa per una fuga di gaz. C’è stata l’estate più calda degli ultimi millemila anni, i vecchi in francia cadevano come mosche. Poi sono stato a Belgrado, ho fatto pace con la musica, è morto mio padre. Ho traslocato, mi sono innamorato, ho bevuto il té a Tangeri, visto gente, fatto cose. Troppe da ricordare. Ieri mi è capitata per caso per le mani una rivista del 2003, nelle pubblicità c’erano le macchine fotografiche da 2 megapixel e pantaloni con i tasconi laterali. Me li ricordo quelli, ne avevo un paio che ho portato fino a consumarli. Come sembrano stupide le cose, viste con un telescopio di dieci anni.

Ma non tutte stupide. Dieci anni fa forse credevamo di più nella nostra capacità di cambiare le cose, di incidere sulla realtà. Manifestavamo in piazza contro l’Iraq, in tutto il mondo, ci hanno ignorato. Ci hanno chiamato pacifinti, ci hanno sfottuto da destra e hanno preso le distanze da sinistra. Facevamo i social forum, credevamo in Lula, Chavez, Prodi. Hanno continuato ad ignorarci. Sono stati altri dieci anni di smantellamento dello stato sociale, di corruzione, di mancanza di risposte, di carenza di idee, di sovraccarico di informazioni, di marketing delle religioni, di svalutazione della politica, di vorticosa crisi del sistema economico, altri dieci anni di atomizzazione e lento scivolare nell’apatia di un nuovo medioevo. Sempre meno lavoro, sempre più precario e sempre più alienante. Abbiamo smesso di credere a Prodi e a Babbo Natale e cosa ci resta? I banchieri al potere, l’antipolitico illuminato, un papa molto furbo, i social network ed un mondo in fiamme mentre i nostri giornali sbattono in prima pagina le opinioni del cancelliere tedesco sul nuovo papa riferite dall’ex cameriere di salcazzo. Ci siamo lasciati alle spalle molte cose, sfoghiamo la nostra legittima rabbia picchiando sui tasti e disprezzando chiunque sia più o meno intelligente di noi, più o meno convinto, più o meno capace. Siamo diventati più cinici, più meschini e incattiviti, come da copione dei nostri cattivi registi. Sicuramente eravamo dieci anni più giovani e questo non si può cambiare. Tutto il resto sì.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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