8/3
2010

Non era questa gran democrazia, comunque

Fatemi capire, si sapeva da sedici anni che sono fascisti, ladri, piduisti, corruttori, mafiosi e amici di mafiosi, ma oggi è d’obbligo scandalizzarsi perché non rispettano le regole di una competizione elettorale democratica? Sticazzi, per essere dei rivoluzionari siete davvero molto ligi alle formalità.
Ora, sappiamo già tutti come andrà a finire questa novantaquattresima emergenza democratica in meno di due anni. Ci si costerna, ci si indigna, ci si impegna, poi si getta la spugna con gran dignità. C’è il mutuo da pagare, le ferie da organizzare, la gita di pasquetta, le pulizie di primavera, il capo che stressa, il marito che puzza, il pupo che frigna, la pagliuzza nell’occhio, l’ultima puntata di lost, il lavoro da consegnare, le mestruazioni, l’inter, l’omicidio misterioso, la dichiarazione scottante. Tempo una settimana (due?) ed avremo inghiottito anche questo boccone di merda, maledicendoli e giurando che ah, peggio di così non potrebbe andare. E tempo un mese (due?) loro ci smentiranno, facendo un nuovo passo in avanti nel territorio dell’inconcepibile.
Niente lagunari in piazza san marco, divise cilene ed occhiali da sole, ma sorrisi smaglianti e merda con lo zucchero, solo un piccolo cucchiaino alla volta.
Non so chi sia l’autore ma è un genio Ma niente paura, ancora una volta l’internette ci viene in soccorso proponendo due brillanti soluzioni per salvare la democrazia: emigrare, cittadini partiti opposizione tutti, fuggire dal paese, abbandonare il parlamento, disertare le elezioni, oppure dedicarsi (ggiuro) alla lottarmata. Dunque, la prima: una bella secessione dell’aventino, perché no, mi sembra che la prima abbia funzionato in modo egregio. La seconda: devo spiegare perché è una cazzata? Eh sì, visti i tempi, a costo di passare per il radical chic che se ne sta alla finestra mentre i partigiani liberano il paese, ti spiego brevemente perché tanto cianciare di semiautomatiche su internet ti avvicina più al tso che alle br. Primo (e ridaje): dalla latitanza non ti potrai collegare a tumblr/twitter/ff/fb per vantarti delle tue imprese e lollare i tuoi nemici, quindi quello spirto guerrier che entro ti rugge soccomberà d’astinenza entro la prima sera di rivoluzione. Secondo: hai fatto l’obbiettore, questo fa di te una brava persona ed un pessimo tiratore, posa quella p38 immaginaria ed allontanati dalla tastiera con le mani in alto, prima di farti male. Terzo: il fatto di saper craccare l’iphone ti rende al massimo un birbantello, non un pericolo pirata. Quarto: ne ferisce più la penna della spada. Ti prego, continua con la penna, se sarai veramente cattivo un giorno Emilio Fede finirà con il paragonarti ad un terrorista, e ne sarete felici entrambi.
Riassumendo: niente fuga, niente tricchetracche, chessadafà? Chennessò. Un punto di partenza potrebbe essere cercare di essere onesti, di avere idee rivoluzionarie, di non farsi prendere dal panico, di ridere, di non scendere a compromessi, di non abbassare il livello di attenzione, di non farsi comprare, di non cedere, di essere diversi da loro. Di essere diversi da loro, sì, potrebbe essere già qualcosa.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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