Certo, ha fatto anche cose buone, ha raddrizzato i conti pubblici e bonificato le paludi pontine, per esempio, o roba del genere. Ma dopo il mercato delle vacche delle poltrone ministeriali, gli sbandamenti sulle liberalizzazioni, le contraddizioni in politica estera, la base americana, i saltimbanchi ed i saltabarricate, i cedimenti a destra e al vaticano, i tentativi di inciucio, il disorientamento (anche geografico) sulla legge elettorale, le strettine sulla "sicurezza", l’inconcludenza sul conflitto d’interessi, l’archiviazione dei pacs, l’indecisione, l’indecenza, il bigottismo, l’affarismo ed i deliri vari dei vari ministri, ministrelli e ministroni, per non parlare degli eclatanti ministronzi, sarà veramente difficile piangere per la fine di questo governo.
Molto probabile, invece, che ci sarà da piangere per il prossimo.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.