B.: Abbiamo perso le elezioni.
L.: Figurati, io ho perso tutto il partito.
Ora si scatena la resa dei conti a casa della Sinistra (l’) Arcobaleno. Con grande senso critico e responsabilità, tutti danno addosso a tutti, si incolpano, si defilano, minacciano passi indietro, scarti laterali, ribaltoni, smembrano il cadavere ancora caldo. Alcuni si sono dati alla macchia, e certo oggi Bertinotti può girare senza scorta solo perché ha pochissime probabilità di incontrare un suo elettore. Davvero non si spiegano ancora le ragioni della disfatta? Certo, il nome e il simbolo facevano abbastanza pena, ma forse varrebbe la pena di investigare un po’ oltre, Sherlocks.
Come beffa finale, adesso arrivano a ipotizzare come leader Nichi Vendola. Prima, quando serviva, andava bene Bertinotti, il militante del cachemire, il nonno della rivoluzione. Ora, con i buoi fuggiti, la stalla bruciata ed i lanzichenecchi accampati nell’aia, si ricordano di tirare in ballo quello che un quattro percento l’avrebbe raggiunto anche con le scarpe slacciate.
Grrr.
Qualcuno mi può ripetere un po’ i sintomi di quella cosa... "gastrite"?
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.