Le leggi razziali, i bavagli alla stampa, le orge private, i picchiatori fascisti premiati con incarichi pubblici, le ronde, gli affondamenti, l’amicizia con Gheddafi, le poesie di Bondi, gli articoli di Feltri, Feltri, le querele ai giornali, e ancora la crisi, il precariato, le inchieste sulla sanità, le gabbie salariali, i deliri dialettali dei leghisti, il caldo, la morte della Pivano.
Quest’estate è stata terribile, e di certo ho pure dimenticato qualcosa.
Resta il fatto che vedere arrivare di già l’autunno m’intristisce, che l’autunno non è solo castagne e formaggio pinciòn e funghi con la polenta ed il gorgonzola, ma anche
[scusa, mi è venuta fame]
anche, dicevo, tutto il resto che già sapete e noiosamente evito di raccontarvi. Io sarei istintivamente più propenso ad un’estate infinita, magari meno umida e lontano dall’Italia, ma anche in Italia se se ne andassero via tutti gli stronzi che vi ci abitano.
Mio zio mi faceva giustamente notare l’altro giorno che qui è ora di finirla di parlare di ferie, che é ora di fare la rivoluzione. E c’hai ragione, zio, ma fatto sta che nell’87 un barista di Poleo mi ha pizzicato per il tentato furto di un pacchetto di ciuingam dall’espositore sul bancone, è vero che me la sono cavata con un patteggiamento di dritto e rovescio sul muso, ma se viene a saperlo Feltri? Quello mi rovina, zio, ed io non ho mica il Vaticano a coprirmi le spalle.
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.