Quando ho sentito la prima volta del presunto attentato al presunto direttore di presunto giornale Belpietro (dando per scontato che sia il suo vero nome) non sono riuscito a trattenere una risata. Una lunga, grassa, indecorosa risata. Poco dopo, quando sono emersi i dettagli dell’accaduto, la giacca da finanziere, la pistola inceppata, devo ammettere che mi sono fatto un’altra risata. Soltanto in seguito, a mentre fredda, riflettendo sull’accaduto, sono scoppiato di nuovo a ridere. Quando poi sono stati sollevati dei dubbi sulla veridicità della faccenda, a causa dei troppi particolari oscuri o improbabili, non posso negare di essermi fatto di nuovo una risata, anche più grassa e indecorosa delle precedenti. E’ stato solo in seguito che sono tornato serio e mi sono intristito, pensando a quale livello di degenerazione sociale e politica deve essere comunque arrivato uno Stato dell’autoproclamatosi "mondo civile" per essere costretto a mettere la scorta a dei giornalisti, per vedere dei giornalisti essere minacciati, rischiare la vita e certe volte anche perdere la vita a causa del loro lavoro, che sarebbe quello di informare i cittadini. Poi per fortuna mi è tornato in mente Belpietro e sono scoppiato di nuovo a ridere.
[Nel frattempo, nel mondo reale: il premier compra deputati un tanto al chilo, gli striscioni ed i cartelli che possono urtare la sensibilità papale vengono sequestrati illegalmente, l’opposizione parlamentare dorme, la cassa integrazione sta per essere esaurita, l’opposizione extraparlamentare è al confino fuori dai tiggì, la monnezza brucia per le strade, la scuola pubblica è alle pezze, i padagni sfasciano il paese ed i fasci padagnizzano il paese, solo per dirne alcune. E la gente crede ancora alle madonne e nel superenalotto.]
Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.