30/3
2010

Welcome to Ground Zaia

Benvenuti a Ground Zaia. Mentre i politici tutti si congratulano per la vittoria, girando e rigirando le statistiche come se fossero le puttane con cui si intrattengono la sera, mentre gli esuli si bullano e i giornalisti si interrogano sull’elettorato desaparecido ed i pochi sopravvissuti nelle regioni di pseudosinistra sospirano di sollievo nelle loro roccaforti assediate, indignandosi nobilmente della barbarie che li circonda, al di qua della cortina di polenta ci si sveglia di malavoglia, gonfi di frustrazione sotto il cielo plumbeo.
L’essere umano, quando si rende conto che la vita è una troia e poi muori, come reazione istintiva cerca qualcuno a cui dare la colpa. Tutto quello che va male lo fa per colpa di qualcun altro. Certo, è un ragionamento infantile, una superstizione medievale, ma l’uomo si è evoluto trovando soluzioni semplici a problemi complessi, e pensare che i problemi si risolverebbero magicamente se tutti la pensassero allo steso modo è la soluzione più semplice di tutte. Anch’io penso che se tutti la pensassero come me il mondo andrebbe meglio, solo che io non penso come pensa un leghista (ammettendo per un momento che) e non auspico una normalizzazione della società, una rimozione di tutte le devianze geografiche etniche sessuali culturali e religiose che conduca ad un impossibile livellamento di tutti i comportamenti a quelli preferiti della maggioranza. Questo perché io non sento di far parte della maggioranza, qui ed ora, ma della devianza. Il problema è che la maggior parte delle persone invece appartiene alla maggioranza, questo direi che è abbastanza assodato, una maggioranza per certi aspetti piuttosto compatta oltre che noiosa: bianchi, autoctoni, eterosessuali, formalmente cattolici fintanto che la Chiesa asseconda le loro opinioni, conservatori ed impauriti. Io vorrei una società più deviante, loro vogliono una società più normale, e sarebbe una splendida partita se solo loro non fossero, come credo di avere già detto, la fottuta maggioranza mentre io sono uno.
In questo scontro già così sleale la lega è entrata magnificamente, secondo l’accezione Cthulhiana del termine, prendendo questa reazione istintiva e trasformandola in programma politico, promettendo come tutti qualcosa in cambio del voto. Ad un livello terra terra quel qualcosa non è diverso da quanto offerto dagli altri, soldi lavoro sicurezza e righe di coca. La differenza sta in ciò che viene promesso ad un livello simbolico: la garanzia di essere tutelati nella propria normalità. Non la rivoluzione bolscevica, la pace nel mondo, il regno dei cieli, la Grande Serbia o il sogno americano, ma la banale, confortante pacca sulla spalla di chi ti rassicura che ehi, sei a posto così, non hai niente di sbagliato, sono gli altri che non ti capiscono. Alla gente piace sentirsi dire che è normale, così si evita la gran rottura di balle e lo sforzo spesso inutile di migliorarsi. I risultati si vedono.
E’ desolante. L’apoteosi della conservazione, anzi, della reazione, visto tutto quel chiacchierare sulle fantomatiche radici da difendere e riconquistare, è l’antiprogressismo, la stagnazione, l’impaludamento, la cementificazione, la fine della specie. Ci aggiungerei anche l’apocalisse ed un paio di papè satan aleppè, giusto per sottolineare la mia posizione in materia.
Ora i leghisti hanno un’intera regione con cui giocare, una regione che a causa di peculiarità culturali (l’assenza di cultura è una peculiarità culturale), della situazione economica, del sentimento di deprivazione relativa e di altri fattori sociologici assortiti li ama e li sostiene, come ama e sostiene la mediocrità che rappresentano. Faranno sicuramente molte cose sgradevoli, cose che magari faranno rabbrividire di raccapriccio anche molti di quelli che non sono andati a votare perché non hanno trovato nessuno che li "rappresentasse" politicamente, sante anime belle, perché tanto sono tutti uguali, perché comunque sapevano di perdere. Qualche promessa la bucheranno, comunque non per colpa loro, ma quella più importante la manterranno: faranno in modo che le persone normali continuino a sentirsi fiere dei propri difetti, che la meschinità, la ristrettezza mentale ed il conformismo rimangano dei valori e che la società cambi il più lentamente possibile. Che il deserto avanzi. Chi vive o fugge altrove penserà di essere per il momento al sicuro, ma l’ambizione alla normalità, così come la desertificazione, non conosce barriere geografiche. Benvenuti a Ground Zaia.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




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