9/7
2007

Bosnia for drunkies

Sabato comincia con questo gruppo di cattolici divertenti che suonano bonghi e tamburi come si usava quando noi, giovani canaglie, ci ritiravamo nelle nostre piccole personali feste nei boschi a stonarci di vino a buon mercato e spezie assortite e finisce, numerosi boccali di birra dopo, con una pagina vergata in calligrafia ubriaca.
A quanto mi è dato di capire, dovrebbe riguardare l’ordinamento costituzionale della Bosnia:

Sono scoppiate guerre per molto meno

(L’ho tradotta dal bradipesco ubriaco all’italiano per vostra comodità, casomai voleste far colpo su qualche mujaheddin balcanico)

Seguono sul taccuino due buffe stilizzazioni della bandiera bosniaca (presumo: ci sono un rettangolo, un triangolo, stelline varie) qui non riprodotte per non mettere in imbarazzo eventuali lettori bosniofili.

Ne deduco di aver trascorso la serata con Nello, futuro candidato a Mister Bosnia nel Mondo.

Note estemporanee di zio Lusky:
State alla larga dagli anarchici informali, gli anarchici per bene si riconoscono perché danno sempre del lei e dicono buongiorno, buonasera, prego, si accomodi, e grazie.




6/7
2007

I giustizieri delle botte

A Bergamo, città italiana famosa per avere un tasso di stupidità medio più alto che in parlamento, un gruppo composto da carabinieri e vigili urbani aveva organizzato un quanto mai peculiare servizio di ronda punitiva notturna. In pratica, andavano in giro su un’auto con targa rubata, individuavano un extracomunitario che sapevano essere uno spacciatore, o che avesse l’aspetto da spacciatore, o l’intenzione di esserlo in futuro (chissà?) e lo piallavano di botte, sequestrandogli poi eventuale droga, eventuale cellulare, eventuali soldi. I quali oggetti, ehm, non si sa bene che fine facessero, ma trattandosi di "giustizieri" certamente li avranno distrutti e non rivenduti sotto banco, come alcuni potrebbero sospettare.
Naturalmente quest’operazione di "pulizia etica" veniva svolta rigorosamente in divisa, fosse mai che a qualcuno scambiando il giustiziere per un vile rapinatore venisse in mente di spianargli la faccia a pugni.
Il tutto, c’è da dire, è stato scoperto da altri due carabinieri che nonostante le pressioni subite, anche da parte dei proprio superiori, hanno sporto denuncia contro i colleghi. Questo per dire che non intendo criminalizzare tutta quella categoria di delinquenti in divisa che tutela la nostra bella società. Naturalmente, questi due carabinieri che hanno sporto denuncia d’ora in poi avranno vita grama, ma si sa che in italia se proprio ti impunti a voler essere onesto devi essere pronto a pagarne le conseguenze.




5/7
2007

iPD

Alcuni penseranno che l’iPhone italiano sia la nuova 500: molto attesa, molto pompata dai media, con un forte impatto emozionale ed un alto valore simbolico*. Ma c’è ancora qualcosa che la batte, ed è il Partito Democratico.
Non vorrei dare l’impressione di volermi accanire contro questo embrione politico, ma in fondo, perché no? E’ da mesi e mesi che si parla di questo PD, chi è favore, chi è contro, si fa, non si fa, chi è dentro, chi é fuori, come lo chiamiamo, che nome di dominio registriamo, i colori e il payoff. Hanno creato una certa attesa, hanno per così dire incuriosito il mercato elettorale all’idea del lancio di un nuovo prodotto. E poi l’hanno lanciato.
Ora stanno cercando di appassionarci sulla questione del segretario, perché questo sarà il front-man del partito: il discorso di Veltroni da commentare, la falsa alternativa di Bersani o Letta, e ancora le primarie, la costituente. Come per il melafonino, anche qui conta soprattutto l’immagine: attese messianiche, schermi giganti, una nuova interfaccia utente. Voteranno i sedicenni, perché il PD ama i giovani! Voteranno gli immigrati, perché il PD ha una mentalità aperta! Voteranno le donne, perché il PD... beh, vabbé, lo fanno anche gli altri, ma noi ci teniamo particolarmente perché siamo paritari! Quando in realtà, se potessero, questi farebbero votare anche i leghisti. Presto ci coinvolgeranno (o l’hanno già fatto?) sulla questione del simbolo e chissà quale altra malora... Ed i contenuti, il programma?
Presto detto: unire gli italiani, ridare speranza ai giovani, mettere d’accordo crescita economica ed equa ripartizione della ricchezza, lotta alla precarietà, far crescere l’italia, sostenere le medie imprese, realizzare gli obbiettivi di Kyoto, zzz.
Come dire, il minimo sindacale, ma ci saranno aggiornamenti software in futuro.
Sbaglia Berlusconi a dire che Veltroni sarebbe la controfigura di Prodi**, Veltroni probabilmente é la controfigura di personaggi ben più loschi. Il problema di Veltroni è sempre stato il suo frequentare cattive compagnie, anche quand’era da solo. Eppure c’ha un design pulito, un’eleganza minimalista, e su questo sono riusciti a creare un certo hype. Anche chi non ha nessuna intenzione di comprare il prodotto, non di meno nutre una qualche aspettativa, ha un po’ voglia di vederlo in azione, pur sapendo benissimo che probabilmente sarà un pacco.
Stanno cercando, insomma, di venderci il Partito Democrativo come la più innovativa iniziativa politica della storia italiana recente, quando in realtà si tratta dello sconsolante risultato dell’equazione Diesse + Margherita. Altro che minimalismo, praticamente è il mio peggiore incubo dopo Godzilla + Giuliano Ferrara.



* UPDATE: A quanto pare, non sono l’unico ad aver notato che la Fiat sta giocando a fare la Apple. E non avevo neanche visto lo spot!

** Berlusconi sbaglia anche quando dice tutto il resto, per inciso.




4/7
2007

La piccola bottega dell’illusionismo

Venghino, signori, venghino. Alla vostra sinistra, un film di illusionisti ambientato a fine ’800, con le carrozze, i cappelli a cilindro e tutto quel genere di cose. Alla vostra destra, invece...

Nome: The Prestige Nome: The Illusionist
Uscito quando: 2006 Uscito quando: 2006, poco dopo
Ambientato dove: Londra Ambientato dove: Vienna
Ambientato quando: Fine ’800 Ambientato quando: Fine ’800
Protagonisti: due illusionisti Protagonisti: un illusionista
Antagonista: per ciascuno dei due, l’altro illusionista. E Thomas Edison, naturalmente. Protagonisti: un principe austriaco violento, dispotico e saccente. Con i baffi, naturalmente.
Cosa succede: due illusionisti si fanno scherzi da prete a vicenda, senza disdegnare un piccolo omicidio. Cosa succede: un illusionista ed un principe baffuto fanno a gara a chi la sa più lunga, senza disdegnare un piccolo omicidio.
Il tutto raccontato tramite: un lungo flashback. Il tutto raccontato tramite: un lungo flashback.
E a questo punto, chiediamo che siano aboliti dal cinema: i lunghi flashback. E a questo punto, chiediamo che siano aboliti dal cinema: i lunghi flashback.
Comunque la causa di tutto é: una donna morta. Comunque la causa di tutto é: una donna morta.
L’omicidio che sembra vero invece é: finto. L’omicidio che sembra vero invece é: fintissimo.
E chi se lo sarebbe mai aspettato? Tutti. E chi se lo sarebbe mai aspettato? Tuttissimi.
Gli spettacoli di magia sono: affascinanti, realistici, alla fine però si capisce tutto. Gli spettacoli di magia sono: spettacolari, irrealistici, alla fine non si capisce una fava.
Se ne deduce che: l’ossessione, ehm, è una brutta cosa, ed è meglio stare alla larga dagli illusionisti. Se ne deduce che: è meglio stare alla larga anche da Edward Norton: con questo film la sua carriera ha toccato il punto più basso dalla recita scolastica di terza elementare.
E comunque manca: il trucco del coniglio dal cappello. E comunque manca: il trucco del coniglio dal cappello (eh sì, ci tenevo proprio).
E David Bowie che interpreta Nicky Tesla? Spero abbia devoluto il compenso in beneficenza. E David Bowie che interpreta Nicky Tesla? Beh, insomma... Almeno qui, per fortuna, non c’è.
Ma insomma, ’sto film, com’è? Mah, caruccio, abbastanzina... però David Bowie canta meglio di quanto reciti. Ed anche la Scarlet Johansonn, se è per questo. Ma insomma, ’sto film, com’è? Mah, noioso, abbastanzina... in qualche modo, mi pareva di averlo già visto. Qualcuno fermi Ed Norton prima della rovina.




28/6
2007

iPhone: tutti ne parlano e che so’ io, il figlio della serva?

Da domani sarà finalmente in vendita sul mercato starnutitense quel pretenzioso gadget tecnologico che va sotto il nome di iPhone.
Come i più belli tra voi sapranno*, da qualche tempo nutro una malsana attrazione per i prodotti Apple. Ne seguo gli aggiornamenti, ne studio le caratteristiche, attendo con trepidazione le nuove uscite, le anticipazioni, le comparazioni. La cosa più curiosa di tutto questo è che non possiedo nessun prodotto della Apple. Un giorno ce l’avrò, forse**, ma al momento preferisco limitarmi al corteggiamento, girando attorno al costoso oggetto del desiderio e ripromettendomi di fermarmi prima di diventare eccessivamente morboso.
Tutta la faccenda dell’iPhone, tuttavia, merita un’attenzione particolare; non certo il prodotto in sé, che nessuno ha ancora avuto modo di provare veramente e che, comunque, non sembrerebbe essere di particolare utilità per la maggior parte della gente che si incontra per la strada. Un telefonino incrociato con un lettore mp3 incrociato con un palmare incrociato con una macchina fotografica incrociato con chissà cos’altro ancora? Okay, niente male... Ha un bel design e (insieme a diverse pecche) qualche idea tecnologicamente innovativa, ma quanta gente ha veramente bisogno di un aggeggio così avanzato? Inoltre, costa un godziliardo di dollari, che quando arriverà in Europa sarà pur sempre mezzo godziliardo di euro. Anche l’iPod è caro rispetto alla concorrenza e viene lo stesso venduto in quantità strabilianti sfruttando soprattutto il design ed il fascino del marchio, ma almeno è qualcosa che il pinco pallino qualsiasi impara ad usare in cinque minuti ed ha una funzione molto richiesta di questi tempi: ascoltare musica in solitudine facendo contemporaneamente il figo con gli amici. Il palmare, al contrario, è ancora uno strumento da manager, da professionista; la maggior parte di noi legge la posta elettronica e naviga dal computer di casa o dell’ufficio o della scuola*** o chessoio. Per essere un cellulare è davvero troppo, troppo spocchioso, magari potrà essere interessante una futura versione economica ma al momento si direbbe proprio un oggetto di nicchia: quella brutta nicchia di persone disposte a spendere troppi soldi in oggetti inutili****. Eppure, in America pare che tutti siano bramosi di averlo. C’è un tizio che già da una settimana è in fila davanti al negozio per accaparrarselo per primo, e penso sia stato intervistato da ogni singola televisione degli stati uniti. New York Times, Washington Post e USA Today ce l’hanno attualmente in prima pagina nelle loro edizioni elettroniche, ed ho solo guardato tre quotidiani a caso. Eh, gli ameregani, direte voi. Certo, sono strani, ma sta di fatto che anche in questo caso il marketing Apple è riuscita a segnare un traguardo: quello di creare un’isteria collettiva attorno a qualcosa che ancora non si è visto, su cui nessuno ha ancora messo le mani. Ghost marketing, si chiama, ed è l’espressione più emblematica di un’economia che vende sempre meno "cose" materiali e sempre più simboli, desideri, concetti. Come una mela rosicchiata, o un fonino che fa di tutto ed alla fin fine, chi se ne importa se può anche essere usato per telefonare.


P.S.: Domani, per i pochi che non lo sapessero, viene anche inaugurata la nuova via di accesso al Triste Borgo Natio. Questo evento, accompagnato da canti tribali ed altre manifestazioni di giubilo popolare, permetterà a noi plebaglia di ammirare anche il nuovo monumento che decorerà la nuova via. Il Cono di Luce, l’hanno ribattezzato quei geniacci dei nostri amministratori: immaginate un bicchiere di plastica trasparente con dentro una lampadina. Immaginate che il bicchiere sia alto sei metri. E poi dite, gli ameregani, ma pure i veneti non scherzano in quanto a stronzate.



* Sostanzialmente, PornoRambo ed Amormio.
** Senz’altro. Magari anche domani.
*** Supponendo che nelle scuole italiane ci siano computer, cosa che non dò per scontata.
**** Ovvero quella brutta nicchia di persone disposte a spendere più soldi di quelli che spenderei io in oggetti che a me non servono, naturalmente.




27/6
2007

Partito Democratico, Tornato Democristiano

Il Partito Democratico. Come già illustrato dall’amico Gangster a suo tempo in un post al momento non raggiungibile, l’acronimo PD viene generalmente utilizzato su Internette per elevare lodi a dio nelle sue incarnazioni più suine. Ignari di tutto ciò, mi par quasi di vederli questi diessini sempre più affaristi e scudocrociati che dopo un’esplosione di estro creativo si danno di gomito esaltati nelle loro Botteghe Oscure:L’ultima immagine che vedrete di Veltroni
"Chiamiamolo Partito Democratico! Come gli americani, mica cazzi!", "Allora io faccio Bill Clinton!" grida uno e "Io faccio Al Gore!" replica un altro, "Io per prima cosa voglio la stagista!" sogghigna un sottosegretario e poi uno dice "Allora a Veltroni facciamo fare Kennedy!" e tutti applaudono senza accorgersi che è stato D’Alema, lucidando il fucile.
"E Prodi?" osserva qualcuno.
"Prodi, al massimo, può fare Prodi. Ed è già tanto."

Clicca sull’immagine per scoprire i piani del malvagio D’Alé nei confronti di Veltroni

I votanti del sondaggio di Repubblica "Su quali temi dovrebbe puntare secondo voi Walter Veltroni nel discorso di Torino?", che come tutti i sondaggi di Repubblica vale comunque quel che vale, sostengono che il buon Uolter nel suo discorso di candidatura a leader di questo PD dovrebbe puntare soprattutto su "Sostegno a ceti deboli, giovani e precari" (e grazie), "Laicità dello Stato" e "Rilancio della sinistra". Veltroni replica che "servono risposte, non sogni", quindi gli ultimi due argomenti possiamo già escluderli, mentre sul primo si spanderà parecchia retorica. Agli ultimi posti tra i risultati del sondaggio, "Apertura all’UDC" ed "Apertura ai temi cattolici". A parte che non si capisce cosa i cosiddetti Democratici abbiano ancora da aprire ai temi cattolici che non sia già stato ampiamente sfondato senza lubrificazione, oggi staremo a vedere se queste aspettative saranno soddisfatte o deluse. Nel frattempo, rimaniamo in palpitante attesa del Paese Democratico.




25/6
2007

Portrait of the young dog as an artist

"Cresce la cultura in Italia. Il teatro batte lo sport", così sostiene un articolo di Repubblica secondo il quale l’italia sarebbe un paese "ricco di stimoli culturali" soprattutto per quanto riguarda l’offerta teatrale e cinematografica ed i maggiori protagonisti di questa escalation culturale sarebbero naturalmente i giovani, dei quali uno su tre si dedicherebbe ad un’attività artistica. Urrà per il Belpaese, quindi! Il Rinascimento riprenda da lì dove si era interrotto!

A margine, ma molto a margine, vien da chiedersi: ma si considera "cultura" in blocco tutto il cinema ed il teatro? Anche gli Zelig ed i Muccino? Tutto tutto? Qualsiasi stronzata per cui si debba pagare un biglietto troppo caro e sedersi a guardare diventa automaticamente cultura? Ed ha senso misurare anche il livello di cultura del paese in base alla quantità di denari spesi per qualche più o meno degna ed indistinta "attività culturale"? Come lo chiameremo, il Prodotto Culturale Lordo? E questi gggiovani che invece di giocare a calcio torturano una chitarra o scrivono poesie sgrammaticate dandosi dell’artista l’uno con l’altro, stanno davvero creando cultura? Questi gggiovani che affollano le mostre del cinema di ogni dove e portano i culoni flaccidi da un’esposizione all’altra, si stanno "facendo una cultura" o si limitano a consumare con aria saputa, esercitandosi a lanciare in giro occhiate da intellettuale tormentato? Non sono i degni figli di quei piccoli imprenditori che, grazie alla defiscalizzazione, si scoprono "sostenitori della cultura" e finanziano spettacoli di cabaret in dialetto o "panini più lunghi del mondo"?
In base alla mia esperienza, e lo dico con tutta l’autorevolezza di un giovane intellettuale tormentato che passa le notti insonne a comporre poesie sgrammaticate, ce la stiamo tutti menando un po’ troppo, in italia ci vorrebbe meno gente che scrive libri e più gente che legge i giornali, meno gruppi musicali di post-adolescenti di belle speranze e più condanne a cinque anni di prigione per chiunque si definisca artista senza poterlo dimostrare.

Poi vabbé sono gggiovani, si divertano, artisteggino pure purché si ricordino di invecchiare e chiudere la porta quando hanno finito*.



* Questa frase l’ho aggiunta dopo aver scoperto la pagina di GymGangster su MySpace, ed essermi ricordato che metà dei miei amici sono ancora tutti presi da ’sta storia della cultura. Valli a capire. Per fortuna ci siamo io e Pornorambo.




21/6
2007

E’ arrivata l’estate. Estatizzatevi.

Its back!
Ho riflettuto molto sul riscaldamento globale, ultimamente. Voglio dire, fa caldo, no? Io ho ricominciato a venire al luogo di quotidiano sfruttamento lavorativo in scuter, così da poter meglio respirare i gas di scarico dei vostri maledetti SUV e l’odore dell’asfaldo bruciato dal sole, e sono pertanto perfettamente qualificato a testimoniare che non solo la Punto Cabrio è il punto più alto raggiunto dall’aberrazione umana* ma inoltre sì, fa caldo.
Magari qualcuno pensa che non è poi così male, e tra questi (in altri momenti) potrei esserci anch’io, ma chiediamoci: che vantaggi potremmo trarre dal riscaldamento globale? Forse che a causa dello scioglimento dei poli il Triste Borgo Natio diverrebbe finalmente una spiaggia caraibica? No. Persino secondo le teorie più ottimistiche, il mare arriverebbe al massimo fino a Padova. Padova con il mare e noi senza, bella fregatura! Quindi, il riscaldamento globale è un problema.
Apparentemente è un problema che si dovrebbe risolvere da solo: la temperatura aumenta, la gente smette di accendere il riscaldamento anche d’inverno, diminuiscono i consumi di energia, diminuisce l’inquinamento, diminuisce la temperatura.
Eppure, pur provando un confortante senso di ottimismo al riguardo, mi chiedo se non potrebbe essere utile accelerare un po’ il processo, giusto per evitare di morire tutti arsi vivi entro Settembre. Per esempio, mi interessava questa storia di mettere lo sfondo scuro alle pagine web così il monitor consuma meno energia, peccato che funzioni solo con gli schermi dotati di tubo catodico e non con gli LCD di cui ormai è provvisto tutto il mondo civile. Insomma, ho riflettuto molto e come al solito non sono giunto a nessuna conclusione, se non che son cose molto gravi e dovremmo fare qualcosa e bla bla bla.
Fate qualcosa. Spegnete il monitor, uscite di casa e salvate un panda.
E’ arrivata l’estate.


* Se stai leggendo questa nota nella speranza di scoprire cosa significhi "aberrazione", significa che non mi conosci abbastanza.




20/6
2007

Intercettate le mie chiamate al 187, bastardi

C’è un corto circuito. (Mastella)
Rischiano di alimentare un clima di scontro e di disagio verso le istituzioni e la politica che é inopportuno e pericoloso. (Prodo)
L’uso delle intercettazioni è una follia tutta italiana. (Giuliano Amato )
A Massimo D’Alema faccio tanti auguri che questa cosa possa finire come immagino debba finire: nel nulla. Io ho una certa esperienza in questo genere di veleni. (Silvio Berlu)
E’ una indecenza. (D’Alè)

Tutti d’accordo, quindi. Le intercettazioni sono uno strumento pericoloso in un Paese democraticheggiante come il nostro, rappresentano una violazione della privacy, una limitazione della libertà individuale ed una grave causa di stress, e dio solo sa, pur non esistendo, quante gravi cause di stress già ci siano in circolazione. La loro pubblicazione sui giornali, poi, è un espediente vile e populista per attirare la curiosità più morbosa spacciando il gossip per inchiesta, robaccia alla Feltri. Le telefonate dei dirigenti DS hanno davvero rilevanza per le indagini? Se sì, è comunque materiale che dev’essere vagliato dalla magistratura, mica da chiunque abbia un euro e l’intelligenza necessaria per raggiungere l’edicola. Se no, chi se ne frega delle telefonate di Fassino e Minimo D’Alema? Se devo leggere la trascrizione di telefonate per il puro gusto di farlo, allora che siano almeno di persone interessanti; pur sforzandomi, tuttavia, non mi vengono in mente persone abbastanza interessanti da farmi desiderare di origliare le loro telefonate. Tutte le persone davvero interessanti non hanno il telefono, o sono morte, o parlano lingue che non conosco, come l’attuale Dalai Lama. O come il Dalai Lama precedente, se è per questo.
Tuttavia, potrebbe obbiettare qualcuno, ci sono casi in cui le intercettazioni sono davvero uno strumento utile alla magistratura, possono costituire la prova di un crimine, fornire indizi per un’indagine, svelare dov’è stata nascosta la refurtiva, dov’è rinchiuso un prigioniero, dov’è stata piazzata le bomba, salvare delle vite umane, ed altre stupidaggini del genere. Come regolarsi, allora?
Quella sostenuta dalla maggior parte dei politici di entrambi gli schieramenti è una proposta di buon senso: vengano usate le intercettazioni solo quando il magistrato lo ritiene veramente indispensabile, e non ne vengano comunque mai pubblicati i risultati, pena gravi sanzioni per i giornalisti e gli altri responsabili.
Mi sembra ragionevole, ma avanzo una controproposta: e se invece quei birichini dei nostri politici evitassero di buttarsi su ogni affare losco a portata di mano come vescovi su un chierichetto in bikini? Voglio dire, non per farne una questione morale, ma l’unico reato che nessuno membro del parlamento ha ancora commesso è il regicidio, e probabilmente solo per mancanza di materia prima. Non che io mi aspetti che la smettano di rubare, anzi, ne sarei deluso, ma almeno che la smettano di fare gli angioletti spalleggiandosi a vicenda. Perché le uniche cose sicure di tutta questa storia è che se D’Alema è sospettato di qualcosa, probabilmente ha fatto molto di peggio e che se Berlusconi difende D’Alema, come minimo quel qualcosa deve avere a che fare con il traffico d’armi, lo scambio di cervelli tra uomo e scimmia, una società segreta di massoni adoratori di divinità egizie e la vendita scontata di anime a Satana.

UPDATE:
Ha ancora il contratto in mano!
Voglio dire, non vi sembra un uomo che ha appena stretto un patto con Belzebù?
E quando dico Belzebù, ovviamente, non posso che riferirmi a lui:
Silvio Berlusconi in uno dei rari momenti di pace domestica




15/6
2007

Dalla parte del ninja

Quando scendeva la sera si abbigliava come un ninja e armato di arco e frecce (faretra sulle spalle e coltello legato ad una gamba) depredava gli agricoltori della campagna rodigina e ferrarese. Le razzie però per Igor Vaclavic, 31 anni, si sono concluse quando i carabinieri di Rovigo l’hanno arrestato. Le sue rapine avevano creato un allarme sociale tra gli agricoltori, intimoriti dal suo abbigliamento (tutto di nero, compresa la bandana in testa) e dall’improvvisa apparizione nelle loro case del russo, che con un armamentario medioevale li obbligava a cedere oro e denari. Lui li teneva a bada con la freccia sull’arco teso. Agiva con l’imbrunire e, stando alle denunce presentate, aveva già colpito cinque volte.

L’arresto L’ultima pochi giorni fa ai danni di una famiglia in un’azienda agricola di Santa Maria Maddalena (Rovigo). Ieri sera ha riprovato, ma i due anziani agricoltori hanno reagito facendo fuggire il malcapitato. I carabinieri, che già da tempo perlustravano la campagna senza successo, hanno fatto una battuta più incisiva scoprendo l’uomo in un casolare abbandonato, dove si era rifugiato sperando di svanire come Robin Hood, il suo mito. "Nella mia carriera - ha detto un alto ufficiale - ho visto di tutto, ma questa mi mancava".


Questo riporta l’ANSA. Qualche altra informazione l’ha snocciolata il tg regionale; tra le refurtiva di Igor, più che oro e denari, si sono visti prosciutti e formaggi, qualche cellulare, il tutto diligentemente disposto a semicerchio sul tavolo da qualche solerte carabiniere, forse dallo stesso che "ha visto di tutto". Cerco di immaginarmi Igor Vaclavic, 31 anni, ex soldato della fanteria russa, vestito di nero, che vaga per le campagne armato di un arco scalcinato, cerco di immaginarmelo ferito da una fucilata di un vecchio contadino (questa la "reazione" a cui accenna l’articolo) che si rifugia nel suo casolare abbandonato, da solo, sanguinante, fino a quando le nostre efficienti forze dell’ordine lo scovano ancora travestito e pongono fine alle sue "razzie" ed all’"allarme sociale" da queste causato. Ora è in attesa di giudizio. Immagino sarà accusato di immigrazionde clandestina, rapina, detenzione d’armi, violazione di domicilio, e chissà cos’altro.

Cerco di immaginarmelo.
Poi cerco di immaginarmi Cragnotti, Tanzi, Geronzi, Moggi, Umberto di Savoia, Ricucci, Fiorani, Gnutti, Previti, Dell’Utri. E tutti gli altri, quelli che non si fanno neanche una settimana di carcere perché la prigione li manda in depressione. Quelli che hanno rubato e continuano a rubare impunemente in pieno giorno, vestiti da top manager, con la figa ingioiellata che testimonia in tv la sua fedeltà al marito anche durante "questo momento difficile", che quando sono braccati dalla polizia si rifugiano nella loro villa a Santo Domingo, quelli che se un contadino veneto se li trova davanti, non solo non gli spara, ma si vergognerebbe anche a guardarli negli occhi, quelli che i carabinieri non braccano nelle campagne, non fanno battute del cazzo quando li arrestano, ma anzi chiedono loro scusa per il disturbo, quelli che infangano persino la definizione di "ladro", perché rubano solo per avidità e per lo sfizio di umiliare chi non ruba.

Questo ninja russo, al confronto, è un galantuomo e merita tutto il mio rispetto e la mia ammirazione. Se tutti i ladri fossero come lui, questo sarebbe un paese più dignitoso.




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